Oggi più che mai: Se non ora, quando? Se non noi, chi?
- Lêgerîn 2

- 13 ago
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L’universo, la storia e noi
Per comprendere correttamente il presente, abbiamo bisogno di comprendere fedelmente la Storia e per sapere cosa fare, abbiamo bisogno di capire noi stessi; e per vedere noi stessi, di nuovo, abbiamo bisogno di diventare consapevoli dell’Universo e della Storia. Solo in questo modo saremo capaci di avere la giusta visione di ciò che sta accadendo oggi e di quanto siano storici questi momenti che stiamo vivendo. Allo stesso tempo, per comprendere il ruolo della gioventù e delle giovani donne in ciò, dobbiamo fare di questo principio una nostra bussola. Questo è anche il motivo per cui le e i grandi filosofi, profeti e rivoluzionari, a partire da Confucio fino a Zarathustra, fino al leader del popolo Abdullah Öcalan, hanno insistito su questo metodo per comprendere appieno la realtà in cui ci troviamo. In questo senso, comprendere correttamente ciò che sta accadendo nel mondo in questi ultimi mesi ci aiuterà anche a chiarire la situazione che viviamo nei nostri paesi, nella nostra comunità e nella nostra stessa vita.
Uno scenario oscuro e cupo
La Terza Guerra Mondiale che oggi sta imperversando in tutto il mondo è una guerra che sta esprimendo la contraddizione tra due modernità ideologicamente opposte: quella del nemico, che chiamiamo Modernità Capitalista, e la nostra, quella del popolo, che chiamiamo Modernità Democratica. Fin dall’inizio della civiltà e del sistema statale (circa 7000 anni fa in Mesopotamia) queste hanno lottato l’una contro l’altra. La modernità capitalista è apparsa solo dopo migliaia di anni di vita pacifica e di coesistenza nella società, iniziando a svilupparsi intorno al 5000 a.C. Ogni impero, governo o individuo deve essere inteso in questa realtà dialettica. La politica della guerra, la cancellazione dei rapporti sociali, lo smantellamento della resistenza culturale: tutto questo deve essere analizzato come un attacco che la Modernità Capitalista sta conducendo contro la società, e come radicato in una lunga storia.
La politica bellicista del sistema: nascondere e manipolare
Seguendo questo ragionamento, se vogliamo cogliere nel modo giusto ciò che sta accadendo e ciò che sta cambiando non dobbiamo farci ingannare dai media del sistema o dai loro strumenti di propaganda. Infatti ciò che stanno cercando di mostrare è che la guerra che stanno conducendo è solo tra Stati, diciamo la NATO contro la Russia in Ucraina, o per esempio Israele contro Hamas in Palestina. O ancora che oggi, ad esempio, Trump inizierà una guerra economica contro il resto del mondo con tasse e tariffe per le merci che entrano negli USA, cercando di mostrare che gli USA non hanno bisogno dell’infrastruttura globale di scambio di beni che è alla base del capitalismo finanziario. O ancora, che l’ascesa del fascismo è qualcosa che sta accadendo solo attraverso individui o organizzazioni isolate come Milei in Argentina o l’AfD in Germania.
Ma non è così: tutti questi eventi non sono veri e propri scontri di forze opposte, ma sono solo piccoli meccanismi e aggiustamenti che il sistema della Modernità Capitalista sta attuando al proprio interno per sopravvivere e continuare il proprio dominio nel modo più efficace. Certo, può essere vero che Trump o Milei e il loro stile e la loro politica siano più brutali e aperti nel loro modo di dominare ed è anche vero che la normalizzazione della loro politica oppressiva può avere un impatto serio e dannoso a lungo termine sulla società, ma la loro sostanza non è in definitiva diversa da quella di altri attori statali più “progressisti”. La sostanza di questa guerra, la vera contraddizione, è quella che si combatte contro la società, tra il capitalismo (e i suoi facilitatori, di qualsiasi partito) e la società nel suo insieme, e possiamo vedere chiaramente gli effetti sulla gioventù, sulle donne e sul popolo.
Il liberalismo e il suo attacco alla gioventù
Questa guerra contro la società viene condotta anche a livello ideologico. L’arma della Modernità Capitalista su questo piano è il liberalismo. Che cos’è? È un’ideologia che vuole distruggere la capacità della società di auto-organizzazione e autosufficienza al fine di imporre una politica di oppressione, violenza e sfruttamento, in modo che la società non possa rispondere agli attacchi del capitalismo. Che cosa sta cercando di fare il liberalismo? In primo luogo, sta distruggendo la cultura e la storia della società, creando così una società omogenea, ripetitiva e senza radici. Lo possiamo vedere dal modo in cui il sistema manipola l’identità della giovane donna e del giovane uomo e le relazioni che vengono loro imposte, relazioni totalmente modellate da concezioni patriarcali. A causa delle caratteristiche sociali della donna, il sistema mira a frustrare la sua naturale ricerca di libertà spingendola verso forme di attivismo più liberali. Allo stesso tempo, il giovane uomo che si trova in una crisi di identità a causa dell’identità e della forma oppressive in cui è stato socializzato, ora vuole una via d’uscita ed è alla ricerca di nuovi modelli. Tuttavia, il sistema sta manipolando e reindirizzando la sua ricerca verso idee e modelli reazionari, come Andrew Tate o Elon Musk, che usano i media digitali come arma. Questa tendenza si vede anche nelle statistiche dell’affluenza alle ultime elezioni; ad esempio in Germania, dove le giovani donne preferiscono i partiti di sinistra più liberali, mentre gran parte del voto per i partiti di estrema destra proviene da giovani uomini.
La nostra luce nell’oscurità
Nell’oscurità che la Modernità Capitalista sta cercando di imporre con la violenza, le guerre e l’oppressione, il 27 febbraio siamo stati e state testimoni di qualcosa che può illuminare ancora una volta il nostro cammino verso la libertà. Dalla prigione di Imrali, in cui Abdullah Öcalan è stato tenuto prigioniero e torturato negli ultimi 26 anni, un appello e un’opportunità storiche hanno raggiunto tutti noi. Vogliamo sottolinearlo con chiarezza: non si tratta di uno sviluppo che riguarda solo il Kurdistan o la Turchia. Alla base dell’appello c’è la volontà di cambiare il modo in cui il PKK si è organizzato fino ad ora e la volontà di portare avanti una nuova iniziativa per la pace con lo Stato turco. Ma non è solo questo, bisogna intendere questo tentativo in una prospettiva più ampia. Quello che Reber Apo, Abdullah Öcalan, sta cercando di fare, è un tentativo radicale di portare avanti un modello che potrebbe funzionare come una valida alternativa per tutto il Medio Oriente e per il mondo intero. Oggi in Medio Oriente le diverse forze della Modernità Capitalista stanno cercando, per il proprio interesse, di imporre le loro alternative alla società; che si tratti del progetto di Iran-Hezbollah, di quello di Israele-NATO o di quello dei Fratelli Musulmani-Turchia. Si combattono a vicenda, usano le parole peggiori l’uno contro l’altro, ma servono lo stesso sistema di dominio sulla società. Contro tutte queste forze il progetto della Modernità Democratica e il suo modello del Confederalismo Democratico rappresentano l’unica alternativa reale e radicale. Questo è ciò che il leader Apo sta cercando di far trionfare con il processo a cui ha dato inizio. In tal senso, i tentativi fatti dai drusi e dagli alawiti in Siria in questa direzione di autogoverno sono davvero significativi e determineranno, insieme ai curdi e al resto del popolo, il possibile futuro di una Siria democratica.
La lotta per il socialismo
L’idea di socialismo è l’anima dell’appello e del processo di trasformazione che il leader Apo ha iniziato. Socialismo significa essere-società, socialismo significa organizzazione del popolo, lavorare e camminare con la gente. L’influenza del socialismo reale, che ha avuto un impatto su tutti i movimenti rivoluzionari del XX secolo, PKK incluso, alla fine ha creato un socialismo che ha portato a servire, e di fatto intensificare, la modernità del nemico. Contro questo il leader Apo sta cercando ancora una volta di mettere alla base della lotta l’organizzazione della comunità, del popolo e della società, secondo i loro stessi naturali e originali modi di essere. Così facendo ritorna alla vera essenza del socialismo, che significa l’auto-organizzazione dell’umanità al fine di continuare la propria esistenza. Se inteso così, organizzarsi (come verbo, come pratica) diventa importante per la società quanto il pane, l’acqua e l’autodifesa.
Organizzatevi ovunque!
Alcune settimane dopo, durante una marcia della Gioventù nel Kurdistan del Nord, è stato condiviso di nuovo un messaggio di Abdullah Öcalan. Il tema dell’organizzazione è profondamente importante nel messaggio. Come Gioventù Internazionalista pensiamo che la questione dell’organizzazione sia cruciale: è il motore per la trasformazione e la realizzazione di un movimento della Gioventù più stabile e a lungo termine. Un movimento capace di catalizzare le potenzialità dell’attivismo e della rivolta in una situazione duratura di autoamministrazione democratica e di autogoverno. Organizzare tutto ciò che ci circonda, a partire dalle nostre scuole, università, famiglie, amici e amiche, luoghi di lavoro, aumenterà sensibilmente le nostre possibilità di successo!
La lotta continua
Naturalmente l’effetto dell’appello ha avuto un impatto che è stato visibile subito dopo in tutta la regione. Sia in Kurdistan che in Turchia, per cominciare. Da un lato, in Rojava, si sta ora cercando di rispondere all’appello con l’istituzione di un ruolo permanente dell’Amministrazione Autonoma nella creazione della nuova Siria. Ancora una volta, in questo senso, la lotta del popolo e delle SDF, con la resistenza che dura ormai da quasi 100 giorni contro le bande jihadiste sulla diga di Tishrin, è la prova più evidente che l’organizzazione del popolo può diventare un fattore chiave anche contro le forze egemoniche che stanno cercando di definire il Medio Oriente.
Ma la lotta non sta crescendo solo in Medio Oriente; si pensi alla Serbia dove un gigantesco movimento popolare sta sfidando la politica antidemocratica del governo, al Balochistan dove la gioventù sta portando avanti una lotta per il successo dell’auto-organizzazione del proprio popolo, o all’America Latina dove la Gioventù Zapatista sta conducendo una resistenza culturale, organizzando eventi internazionali di arte e cultura.
Organizzatevi, seguite la strada che è stata aperta, rendete la Rivoluzione un successo!
L’educazione, l’organizzazione e l’azione sono gli strumenti della lotta che dobbiamo condurre oggi in modo più radicale e autocritico. La politica democratica, l’idea di auto-organizzazione e l’educazione sono sicuramente gli antidoti più potenti che possiamo vedere e trovare quando ripensiamo alle necessità della nostra lotta contro il liberalismo e la Modernità Capitalista. L’educazione come base per la lotta contro le mentalità patriarcali, oppressive e distruttive della Modernità Capitalista giocherà un ruolo chiave nelle nostre organizzazioni.
In conclusione, vogliamo dire che il sentiero è stato illuminato davanti a noi, sta a noi ora decidere se scegliere di percorrerlo. Se saremo in grado di fare i passi giusti verso la democrazia e la libertà, allora saremo in grado di ottenere giorni migliori per tutta l’umanità. Il capitalismo ci sta spingendo sulla strada dell’estinzione e della miseria, che lo scegliamo o meno. La questione che ci si pone davanti è se scegliere la strada della libertà, che molte persone già stanno percorrendo. Oggi più che mai ricordiamo la gioventù durante la Rivoluzione del ‘68 e il loro slogan: “Se non ora, quando? Se non noi, chi?”






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